By fabristol
Non era nostra intenzione parlare dellaResistenza, del 25 Aprile e delle solite polemiche sugli inviti non-inviti politici alle manifestazioni. Come al solito i politici e i sindacati riescono a renderti odiosa perfino una giornata che commemora la liberazione dal nazifascimo. Ma, dico ma, ci sono alcuni commenti a freddo che vorremmo fare che interessano la libertà e che molti sostenitori del Giorno della Liberazione non hanno ancora capito (nonostante festeggino quella che chiamano liberazione).
Il primo riguada i picchetti contro i negozi aperti nel giorno del 25 Aprile a cui abbiamo assistito in questi giorni. Costringere qualcuno a chiudere il proprio negozio nel giorno che dovrebbe celebrare la liberazione dal nazifascismo è inutile dirlo… fascismo. Tra l’altro gli stessi sostenitori dell’organizzazione statale degli orari di apertura delle attività lavorative non fanno altro che sostenere ciò che il Fascismo prima di tutti inventò: appunto la centralizzazione e statalizzazione degli orari di apertura dei negozi. Le associazioni partigiane, gli antifascisti e la sinistra in generale sono ormai gli unici veri sostenitori delle leggi fasciste (compresi il sistema del welfare fascista, le corporazioni fasciste mascherate da albi professionali, il controllo dei dati bancari e delle comunicazioni dei cittadini ecc.) ed è anche grazie a loro se il fascismo vive ancora nelle nostre società.
Ma cè poco di che scandalizzarsi per questa ipocrisia di cui non si rendono nemmeno conto. Basti leggere quello che dicono in difesa dei loro picchetti squadristi: “E’ la legge!”. Chissà cosa avrebbero detto i loro padri partigiani quando i bravi cittadini dell’Italia Fascista eseguivano gli ordini e arrestavano gli ebrei all’urlo de “E’ la legge!”.
Ma c’è un altro motivo che mi ha spinto a scrivere questo post, un motivo che sta molto a cuore ai libertari e ai partigiani degli anni 40: il controllo statale delle armi.
Infatti i partigiani dell’epoca ebbero molta difficoltà a trovare le armi per la loro resistenza visto che una delle prime cose che fece il regime fascista fu quella di vietare ai civili il possesso di armi con ilRegio Decreto 773 del 1931 su cui si basa la legislazione corrente. L’unico modo era rubarle alle truppe fasciste e naziste o riceverle dagli alleati. In ambedue i casi era difficilissimo e pericoloso. Il Regio Decreto del 1931 non è una singolarità fascista: tutti i regimi socialisti fecero lo stesso, l’URSS nel 1929, la Germania nel 1938. I partigiani stramaledissero quella legge.
Ma fortunatamente c’erano gli alleati e molte armi nascoste della Prima Guerra Mondiale. Qualcosa che nel 2012 non sarebbe possibile.
Infatti quello che è successo in quegli anni forse non sarebbe potuto accadere nelle nostre società odierne, tanti sono i controlli e così poche sono le possibilità di ottenere le armi. In poche parole una Resistenza non sarebbe possibile nel 2012 perché nelle nostre società solo gli Stati possiedono le armi e il monopolio della violenza. Pardon, solo gli Stati e le mafie.
E a ben vedere nel 2012 non sarebbe neppure possibile un fascismo come l’abbiamo visto nel ventennio perché nel 2012 non c’è alcun bisogno di militarizzare la società visto che non vi è alcuna possibilità che i cittadini si armino contro i governi. In breve, i regimi si armano solo quando ci sono sacche di resistenza armata. Nel 2012 i regimi sotto cui viviamo sono fascisti ma senza bisogno di puntarti una pistola alla tempia: basta una cartella esattoriale di Equitalia. E tanti utili idioti che urlino “E’ la legge!”.
http://libertarianation.org/2012/04/26/i-veri-eredi-del-fascismo/