L’ultima resistenza – Le rivolte partigiane dopo la nascita della repubblica (1946-1947)
E’ stata pubblicata la seconda edizione ampliata del volume “l’ultima resistenza” uscita nel febbraio 1995 edizioni Elf. Questa nuova documentazione inedita rileva la sfida lanciata da una parte di partigiani all’imbelle e perdente strategia interclassista portata avanti da Pietro Nenni e Palmiro Togliatti, un plateale tradimento degli ideali della resistenza e dei suoi caduti. Nel 1946 moltissimi partigiani, delusi e arrabbiati, tornarono armi alla mano sulle montagne che li videro scendere nel giorno della liberazione, fu una rivolta spontanea e di ampia risonanza, tanto che l ‘On. A. De Gasperi paragonò questa rivolta alla marcia su Roma del 1922, senza provare vergogna per questo volgare paragone a cui esponeva gli stessi che quella tirannia l’aveva combattuta versando il proprio sangue. Le prime rivolte si svolsero nell’astigiano e nel cuneese, a Santa Libera (comune di Santo Stefano Belbo) subito seguite da altri partigiani in prov. di Torino, in Liguria e nella Toscana anarchica e ribelle, nel Veneto, in Emilia e nelle montagne della Lombardia. Questa rivolta era destinata alla sconfitta, perché P.C.I. e A.N.P.I., compromessi con il sistema capitalista e nella co-gestione con i partiti moderati e filoamericani, fecero di tutto per convincere i partigiani a rientrare nella “legalità” e tornare a casa, senza dimenticare il ruolo ambiguo avuto da Pietro Secchia, Cino Moscatelli, Francesco Moranino, che con il loro prestigio fecero di tutto per soffocare questa giusta e legittima rivolta, la seconda ondata rivoluzionaria fu soffocata con un altro vergognoso tradimento da parte della delle dirigenze politiche di questo paese. Su questa nobile rivolta calò il silenzio, al contrario quest’opera cerca di dargli il giusto ruolo fuori dalla retorica Patriotarda del 25 Aprile. Io sono fedele alla resistenza rivoluzionaria, non quella del cambio di colore dal nero al rosso. L’inquieto, irriducibile e irregolare libertario Carlo Andreoni, organizzò un nuovo “movimento di resistenza partigiana”, creando campi partigiani nelle vallate biellesi e limitrofe, Il governo allarmato decise di adoperare la forza contro le giuste richieste dei partigiani, la “Polizia democratica” (che non era altro che la stessa polizia del periodo precedente ma con nome nuovo) mise in galera gli ultimi partigiani, che con illusione attendevano il momento buono e il ritorno dei capi che invece tradirono. “L’ultima resistenza” è stata insabbiata dalla storia ufficiale, tutto ciò può lasciare perplessi, ma davanti a questa pagina coraggiosa ci dobbiamo levare il cappello, senza paura di affrontare anche le pagine meno nobili della guerra di liberazione, di cui l’autore di questo volume, lo storico Biellese R.Gremmo, divulga da anni, senza sconti per nessuno, il suo lavoro dovrebbe essere riconosciuto e studiato, ma fa troppo paura alla casta degli storici di regime che albergano nelle sacrestie di destra e di sinistra ( il denaro non ha colore ). E’ ora di fare piazza pulita di questo modo di insegnare la storia contemporanea, imparando dalla grande lezione dello storico R. De Felice, livello che l’autore di questo volume a raggiunto pienamente.
Voglio dedicare questo scritto alla memoria di Mario Acquaviva e Fausto Atti, militanti del Partito Comunista internazionalista assassinati da sicari del PCI per le loro idee.
Francesco Sargentini