Tav o No Tav? Una storia antica
02/03/2012 di Filelleni
“La Tav in val di Susa è a un punto di non ritorno”, ha appena detto aRadioAnch’io il ministro Cancellieri. Che ha parlato molto degli “interessi generali” del Paese da salvaguardare. Anche i No Tav parlano di interessi generali, ma di tutela del territorio, di qualità della vita, uso diverso del denaro pubblico. Forti del fatto che la galleria attuale, il Frejus, è addirittura sottoutilizzata. Perché dunque scavarne una ancora più grande, se quella esistente basta già? E cosa direbbero se, studiando un po’ la storia, si accorgessero che in realtà il Frejus è sottoutilizzato da sempre?
Quella galleria infatti, ultimata nel 1871, serviva sì come indispensabile valico transalpino, ma anche a coronare un grande sogno italiano: il transito della mitica Valigia delle Indie attraverso l’Italia anziché per la consueta via francese. L’Italia sognava di accaparrarsi tutto il traffico tra l’Inghilterra e l’Oriente, proprio quando si stava lavorando all’apertura del Canale di Suez. Perché da Londra a Suez, la via per Brindisi è infinitamente più breve di quella per Marsiglia. Si costruì dunque in tutta fretta la ferrovia Adriatica che giunse a Brindisi già nel 1865. Il Canale fu inaugurato nel 1869, e subito il trenoPeninsular Express cominciò a sbuffare tra Londra e Brindisi. Pareva fatta. Il“corridoio europeo” dell’Ottocento e del futuro era tracciato. L’Italia però si era anche impegnata con Londra ad adeguare il porto di Brindisi al nuovo possibile grande traffico. Non lo fece mai. Così dopo solo una decina d’anni, gli Inglesi tornarono alla vecchia rotta via Marsiglia, anche se più lunga. Il Peninsular Express continuò a viaggiare fino al 1914, ma era solo un piccolo treno per passeggeri che s’imbarcavano a Brindisi per Port Said, dove intercettare le vere grandi navi partite da Marsiglia. E di cotanto fervore a noi è rimasta solo una ferrovia Adriatica che, costruita per far presto a ridosso della linea di costa, era all’epoca facile bersaglio per il nemico di là del mare, e ancora oggi è messa in pericolo da mareggiate ed erosione della costa.
Domenica 4 marzo, Giornata nazionale delle ferrovie dimenticate, una gita in treno da Rimini ad Ancona celebrerà i 150 anni di quella tratta che comunque ha favorito lo sviluppo balneare della riviera romagnola. Chissà se ricorderanno, con l’occasione, anche il fallimento del “sogno Tav” già nell’Ottocento. Historia magistra.
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