Notiziola passata in sordina, senza titoli, nè niente: ieri il capo della protezione civile ha detto di aver chiesto ai vari corpi di soccorritori di portarsi via dal Giglio i ‘Portavoce’, che basta e avanza lui per tutti. Al Giglio è pieno di Portavoce con le divise più sgargianti, fighissime quelle con la visiera arditamente calata suglio occhi.
Se notate -anche stasera, al primo tg che vi capita- ogni ripresa di documentazione di qualunque servizio giornalistico è griffata: filmato dei Vigili del Fuoco subacquei, filmato dei Carabinieri subacquei, filmato della Polizia subacquea, filmato della Guardia di Finanza subacquea, filmato della Marina subacquea, filmato della Guardia Costiera subacquea, e dimentico qualcuno ma non ho ancora visto la Forestale subacquea. I vigili urbani del Giglio hanno il cameraman indisposto.
In pratica ogni singola squadra di sub di soccorso è costituita da 5 persone: 1 sub interpreta il sub che soccorre; 1 sub è il cameraman; 1 sub è l’assistente di regia; 1 sub seguirà poi il montaggio a terra; 1 sub è di turno di riposo. 1 Ammiraglio coordina le difficili operazioni, affiancato da 2 Portavoce e 4 Portaborse. Possibilmente fighe e di profilo. Davanti ai microfoni delle tivù si alternano i Portavoce dei vari Corpi, finchè il Capo della Protezione Civile si è rotto i coglioni, e ha mandato tutti a casa. Con lo stesso risultato pratico dell’ormai famoso “Vada a bordo, cazzo!”. Cioè: con risultato zero.
La lavorazione di un semplice filmato -uno qualunque di quelli che vedete griffati la sera- richiede più operazioni e più interventi tecnici, o forse credete che anche il famoso audio “Vada a bordo, cazzo!” per arrivare ‘di nascosto’ ai media è passato dalle mani di un giornalista d’inchiesta, e non di un Ufficio Stampa? Li abbiamo finiti, i giornalisti di inchiesta. Da mò.
Voi direte, ma Marco, che ti incazzi a fare?
Vedete: contrariamente a quello che si pensa (il 62% dei giornalisti free-lance ha un reddito inferiore ai 5.000 euro annui) il mestiere di giornalista è in forte espansione. Negli Uffici Stampa Pubblici. Nello Stato.
In Russia se lo sognavano un tale controllo sull’informazione…
Vuol dire che il mestiere di “giornalista” è in forte espansione a nostre spese per… condizionare l’informazione.
Voi direte: vabbè, ma è roba pubblica, quindi è roba santa…
Ah, sì?
L’Ammiraglio Bellimbusto lo fa nel nostro interesse e non per la sua carriera?
Allora guardate questa immane porcata proprio della Guardia Costiera, ben più disgustosa della codardia di Schettino: http://www.malainformazione.it/schede/65/index.htm?c1302858125
Tutta roba al servizio del popolo: Guardia Costiera e Rai, ‘Servizio Pubblico’.
‘Servizio pubblico’, capito? In quel caso hanno preso dei poveri bambini, li hanno messi a mollo e terrorizzati, e qualcuno ha fatto carriera. E poi tutti -Rai e governo- non hanno cagato neanche di striscio il mio amico Gigi Bobba che ha continuato a fare interrogazioni parlamentari. Non gli hanno neanche risposto: t’è capì?
Le veline televisive di Stato riempiono tutti i tg. Con la faccenda della Costa Concordia è ormai un festival cinematografico. Chiamato ‘Informazione’ e anzi ‘Servizio pubblico’.
Il comandante Francesco Schettino ha tradito e abbandonato le vite che gli sono state affidate. Ma, almeno, lo ha fatto solo per stupidità.
Marco Reis
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