16 gennaio 2012 –
Come previsto da questa notte si sono fermati, un grido di rabbia contro chi non ha orecchie per sentire il grave disagio di autotrasportatori, agricoltori, pescatori e tutte quelle categorie che quotidianamente devono fare i conti con un irrefrenabile aumento dei costi di carburante, ma anche dei notevoli disagi per una situazione economica che sta mettendo in ginocchio migliaia di piccole e medie aziende, per non parlare della galoppante crisi occupazionale. Ad Augusta , per iniziativa dei movimenti “Augusta agli augustani” e “Sicilia Libera”, un corteo di mezzi pesanti ha attraversato tutta la città da Piazza America alla nuova darsena e ritorno, Domani si ricomincia però presso l’ingresso della citta , nei pressi del rifornimento Esso. Nessun blocco stradale, solo un rallentamento del traffico, un pacifica manifestazione di protesta. Ai distributori di benzina file di automobilisti che fanno il pieno , considerando che i 5 giorni di protesta potrebbero lasciare a secco le pompe di carburante. Blocco sulla ex strada statale 114 nei pressi dell’area industriale (vedi immagine a lato), bloccati mezzi pesanti, furgoni e autovetture aziendali delle varie ditte. Bloccato l’ingresso e l’uscita delle autocisterne del deposito carburanti della Esso. Bloccati anche diversi autocompattatori delle società di raccolta rifiuti dei centri limitrofi. Ai blocchi diverse pattuglie delle forze dell’ordine, Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza che controllano che tutto si svolga senza intemperanze. La protesta riguarda , in maniera particolare, l’aumentodei carburanti,il cui prezzo sale ogni giorno seguendo la scia della speculazione. In maniera particolare nell’area del siracusano, sede delle più importanti raffinerie del Paese, è incredibile pagare i carburanti come al Nord Italia, in considerazione del fatto che da oltre 50 anni, il territorio è gravato da pesanti condizioni ambientali. I siciliani sono stufi di pagare un alto costo di vite umane per colpa dell’inquinamento industriale e pagare l’accise per alimentare una politica sempre più lontana dalle esigenze dei cittadini. Tutte le provincie della Sicilia sono state chiamate a partecipare alla protesta che durerà fino alla mezzanotte del 20 gennaio. L’ appello iniziale parte dal Movimento dei Forconi del leader, Mariano Ferro, ma anche dal presidente degli autotrasportatori, Giuseppe Richichi (AIAS), seguono le fila della protesta i pescatori, gli artigiani e i piccoli commercianti, i produttori di pomodori Pachino IGP, quelli dei limoni d’Avola IGP l’A.P.M.P, si uniranno in un unico coro tutte le provincie della Sicilia da Catania, a Messina, Palermo, Siracusa, Agrigento, Ragusa, Caltanissetta, Enna. Si tratta di un’azione storica, perchè la protesta riunisce in un’unica voce tutte le categorie sociali che contestano la politica , da qualla regionale del Governo Lombardo , a quella nazionale del Governo Monti. La protesta è ordinata e pacifica, sono presidiati gli snodi e le principali arterie dell’Iasola . La protesta, promossa da ”Forza d’urto” – il movimento nato da Autotrasportatori Aias, Movimento dei Forconi, pescatori, imprenditori agricoli e da altre organizzazioni – a Palermo sta creando dei blocchi al porto e nel primo tratto della A19 fino a Villabate. Lunghe code di automobili si registrano agli ingressi di diversi caselli autostradali siciliani che sono presidiati dagli autotrasportatori che aderiscono alla protesta . “Noi stiamo soffrendo di piu’ rispetto al resto d’Italia – spiega il presidente dell’Aias Giuseppe Richichi – perche’ siamo periferici. Abbiamo piu’ volte chiesto l’intervento dello Stato in maniera da non allontanarci ulteriormente dall’Europa, ma non siamo stati ascoltati. Il nostro e’ uno sciopero spontaneo che non vuole produrre un eccessivo caos e che ci auguriamo vedra’ l’adesione di tutti i siciliani. Ma e’ necessario perche’ ormai siamo con le spalle al muro. Non ci saranno le situazioni che si sono venute a creare nel 2000. Noi non vogliamo danneggiare nessuno. Ci fermiamo solo per il bene della Sicilia”. “Siamo stanchi – aggiunge il leader del Movimento dei Forconi, Mariano Ferro – perche’ questa terra potrebbe essere ricca e invece continuiamo tutti a soffrire. Abbiamo chiesto al governo, a tutti i governi, di ascoltarci: nulla. Adesso speriamo che con questa protesta abbiano un pizzico di attenzione nei nostri confronti”..
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