DI LEONARDO FACCO
Che i padani abbiano iniziato a togliere la loro fiducia alla Lega Nord, lo abbiamo riscontrato con le scorse elezioni amministrative. Vent’anni di frottole, di bugie, di menzogne bastano e avanzano.
Oggi, il movimento politico nato per difendere gli interessi del Nord è nient’altro che un’accozzaglia di paria – fino a questo momento sotto il tacco di Bossi e del cerchio magico – intenti ad occupare posti di potere, a riempirsi le tasche di soldi pubblici e prebende, a garantire l’unità del paese. Il contribuente lombardo-veneto è nient’altro che una vacca da mungere e l’ufficialità del centralismo leghista lo evidenzia il Corriere della Sera con la seguente notizia: “Il Carroccio fa retromarcia: ora vuole premiare i delatori. Dalla battaglia contro il 117 di Visco alla lotta contro le ganasce.
Eppure, ancora alla recente Pontida, dal palco del pratone, il capo aveva grugnito parole di fuoco nei confronti Equitalia, rea di strangolare la classe produttiva. Dal raduno bergamasco, il Carroccio aveva inveito contro Tremonti al fine di allentare le ganasce fiscali.
Tutte balle, come sempre! Ancora il Corriere: “Ora con un’inversione a U, di quelle che rischiano di mandare le vetture fuori strada, la Padania di ieri è arrivata a sostenere il valore civico della «delazione fiscale». Ovvero i cittadini mobilitati al fianco dell’agenzia delle entrate nella veste di ausiliari del Fisco. Secondo il quotidiano del Carroccio l’evasione fiscale è uno dei malanni dell’economia del Paese e, siccome la Guardia di Finanza indirizza giocoforza le sue attenzioni ai grandi truffatori, i piccoli evasori se la spassano. Da qui la proposta della Padania : «Retribuire i cittadini che segnaleranno casi di evasione con una percentuale sulle sanzioni incassate». La ricompensa agli ausiliari del Fisco dovrebbe essere però pagata «garantendo l’anonimato». Secondo i leghisti «far temere all’evasore che ogni suo cliente può far emergere l’irregolarità fiscale» è un deterrente psicologico che può funzionare”
Capito? I parassiti di verde vestiti sanno che la loro inutile esistenza è legata a doppio filo ai denari che vengono estorti al contribuente con tasse, gabelle, accise, addizionali, aumenti di Iva, ecc.
Rileva il Corsera: “L’homo bossianus è veramente disposto a collaborare attivamente con lo Stato centralista e a denunciare quanti all’interno della sua comunità locale si arricchiscono con l’evasione? Basta l’incentivo finanziario della ricompensa più la rigorosa garanzia dell’anonimato a spingere l’artigiano, il piccolo commerciante, la partita Iva a operare una delazione nei confronti di un suo simile? A oggi verrebbe da rispondere negativamente ma la Lega ci ha spiazzato già tante volte”.
Non mancano certamente i fatti per dimostrare che il partito-azienda di Bossi non è altro che un marchingegno utile a mantenere in vita un paese di parassiti e questuanti, di cui il leader di Gemonio ne rappresenta l’epitome. Del resto, da quando la Lega è assurta a partito di governo, la sola tassazione locale è aumentata di quasi il 150%, senza che la pressione fiscale romana sia diminuita di un solo punto.
C’era una volta la Lega Nord che invitava ad aderire agli scioperi fiscali (mai attuati peraltro). Lo ha fatto per ben due volte. Come diceva Lincoln, se non erro, “Si può ingannare tutti una volta, qualcuno qualche volta, mai tutti per sempre”!
La maschera è caduta da molti anni, anche per Bossi è finito il tempo di prendere pel culo la gente, suoi elettori compresi!
P.S. Dimenticavo un dato: a giugno, solo a giugno, prima ancora della grande tempesta sui mercati, prima ancora della paura di perdere, al solo annuncio della prima manovra di governo, prima ancora di poter essere in teoria tassati, i conti correnti degli italiani hanno registrato un meno 23,4 miliardi di euro. A calcolarlo è la Banca d’Italia. Sil salvi chi può… capito?
http://www.movimentolibertario.com/2011/08/25/bossi-w-la-delazione-fiscale/