Comunicato stampa: Slogan elettorali, cittadini e utopie.
In queste elezioni gli autonomisti e/o indipendentisti Valsesiani hanno poco da sperare, dalle risposte e in ogni modo dall’aria che tira si nota che pochi, hanno nel loro DNA un minimo senso di “democrazia popolare” e ancora meno hanno l’idea di che cosa sia il federalismo.
Per alcune liste questo e un dato di fatto ideologico, ed è scusabile, se non fosse che le stesse liste si dichiarano , falsamente , a mezza bocca , slegate da ogni riferimento politico.
Le risposte parlano chiaro, almeno per chi ha risposto, certo che l’unica lista che si dichiara, autonomista, sia inciampata nel fatto di non rispondere a domande incentrate proprio sull’autonomismo la dice lunga su come e facile, di questi tempi, riempirsi la bocca di termini come VALSESIA, VALSESIANITA’ , VALSESIANI , fin troppo facile , un po’ più difficile sarà coniugare , in provincia questi termini con tutti i partiti politi centralisti.
Devo dire che questo numero , grazie alla carta bianca che mi è stata data dal direttore , e certamente il meno culturale , tra quelli usciti fino ad ora , ma credo di essere riuscito a chiarire con poche domande i punti di vista delle compagini .
Oltre al Candidato Sargentini, ed al nostro Direttore Gremmo, mi sarebbe piaciuto anche intervistare l’altra unica, a mio modesto parere personale, dato da una lunga militanza in L.N. per l’indipendenza della Padania ( cosi si chiamava prima dell’era Berlusconi II ), candidata autonomista, la sig. Giandolini, ma per motivi ancora da chiarire, ( forse un muro di gomma ) non siamo riusciti a contattarla .
Che la parola d’ordine di una certa compagine sia “ NOI NON ABBIAMO NULLA DA DIMOSTRARE “ e ormai noto , io mi chiedo come debba essere presa questa posizione , perché potrebbe anche essere che loro , non abbiano davvero nulla da dimostrare , dal lato autonomia e federalismo , proprio per una completa ignoranza delle due cose.
Ma più che una ignoranza penso che sia un asservimento mentale ad degli stereotipi ideologici che tutto servono tranne che al bene del cittadino , di qualsiasi Nazione esso sia.
Nazione com’è la Valsesia, e non Stato ( che grammaticalmente indica una posizione che può cambiare in qualsiasi momento ) com’è l’Italia, dove i cittadini sono concretamente sudditi designati dalla burocrazia non con nome e cognome, ma con codice FISCALE e P.iva, per l’Italia non siamo persone con sogni o speranze, ma solo una parte di gettito fiscale.
L’ autonomia e l’indipendenza dei popoli, più precisamente l’autodeterminazione, sono sancite nell’art. 10 della costituzione Italiana, ma come infiniti articoli di questa strana costituzione, mai reso veramente operativo, prima ancora, la Carta di Chivasso, e agli albori gli Statuti di Gozzano, ma qui si va già a toccare la storicità e la cultura di un popolo, cosa generalmente agli antipodi della politica italiana.
Poniamo fine alle divagazioni e veniamo al dunque. Secondo il mio modesto parere, in queste elezioni, gli autonomisti e/o indipendentisti Valsesiani possono vederla in due distinti modi
1° ponendo come termine le compagini e quindi anche i partiti politici che da Roma tirano i fili ,e li non ci sarebbero dubbi , astensione completa ,un bel giorno per visitare gli alpeggi Valsesiani .
2° ponendo come termine i singoli personaggi , sperando che questi abbiano spalle ed attributi per non essere soggiogati dalle ideologie morenti che delimitano le scene politiche italiane, ed in questo caso non avrei dubbi su chi votare , e questi dubbi si sciolgono leggendo le interviste fatte , ma anche quelle che come dicevo non sono riuscito , mio malgrado , a fare.
Questo è il mio pensiero quello di un Indipendentista che sogna di traghettare la Valsesia in una Confederazione Alpina come la Confederazione Helvetica .
Un candidato mi ha fatto notare che la mia e un’Utopia, può essere.
Uno storico Austriaco nel 1849, appena dopo la battaglia di Novara che sancì la fine della I guerra di “indipendenza” ( da cosa solo i Savoia e i loro prezzolati storici lo sanno ) scrisse con discreto successo sull’”utopia savoiarda di unire gli stati della penisola “ .
Il 20 settembre 1870 i Bersaglieri di Cadorna entravano a Porta Pia. Anche Roma era …..italiana
Spero di avere uguale fortuna.
Buon voto e buone utopie.
Marco Giabardo
[Inviata da admin]